La mattina del 27 ottobre 2022 a Sammichele di Bari la polizia ha arrestato Luigi Pennelli, 23 anni, con accuse molto pesanti: arruolamento con finalità di terrorismo e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale.

Nell’ordinanza di custodia cautelare, la giudice per le indagini preliminari Paola De Santis ha scritto che l’uomo era pronto a commettere un attentato per compiere il “sacrificio estremo a difesa della razza bianca”.

Nella sua abitazione nel comune pugliese sono state trovate una carabina ad aria compressa, balestre, archi e mazze da baseball con simboli nazisti. Gli inquirenti sostengono che Pennelli era in procinto di comprare una stampante 3D per fabbricare una ghost gun, una pistola fantasma, cioè un’arma senza matricola e non tracciabile.

Sempre in base all’indagine, Pennelli sosteneva di essere il referente italiano di The base (La base) un gruppo semiclandestino neonazista fondato negli Stati Uniti nel 2018 da Rinaldo Nazzaro, 49 anni, ex analista del Dipartimento per la sicurezza interna statunitense che vive in Russia ed è attualmente ricercato dall’Fbi.

The Base, che è inserita nella lista delle organizzazioni terroristiche di Canada e Regno Unito, aderisce al cosiddetto accelerazionismo di estrema destra. Si tratta di un’ideologia che punta al collasso della società moderna – corrotta da multiculturalismo, femminismo e politicamente corretto – attraverso una “guerra razziale” e la creazione di un etno-stato bianco e “purificato”.

Il movimento di Nazzaro non era però l’unica fonte d’ispirazione dell’uomo, che diffondeva sul suo canale Telegram il materiale propagandistico di The Base tradotto in italiano.

Sulla confezione della carabina aveva scritto con un pennarello i nomi di Anders Behring Breivik (l’attentatore norvegese di Oslo e Utøya), Luca Traini (il neofascista responsabile della tentata strage di Macerata) e Brenton Tarrant (lo stragista di Christchurch, in Nuova Zelanda). La pratica di scrivere i nomi dei propri idoli sulle armi è stata inaugurata proprio da Tarrant.

Sulla stessa confezione c’era anche scritto “remove Kebab”, traducibile come “elimina il kebab”. Non è un riferimento alla pietanza, ma un meme islamofobo dell’estrema destra americana – per “kebab” s’intendono i musulmani – ripreso da una canzone serba del 1993 che celebrava il genocida serbo-bosniaco Radovan Karadžić. La stessa canzone è stata usata da Tarrant come colonna sonora della diretta del suo attentato.

La giudice ha inoltre parlato di “allarmanti ricorrenze” con l’attentato di Buffalo del maggio scorso negli Stati Uniti, in cui l’estremista Payton Gendron, 18 anni, ha ucciso dieci persone, quasi tutte afroamericane, in un supermercato Tops.
Gendron, che si era radicalizzato online durante la pandemia di covid-19, aveva scritto i nomi di altri attentatori sulle proprie armi e prima di commettere la strage aveva pubblicato un manifesto che a sua volta plagiava quello scritto da Tarrant. Anche Pennelli, sempre secondo l’indagine, stava scrivendo un manifesto, intitolato Fiume di sangue: il culto della razza all’ombra del Kali Yuga.

Cellule

Spesso gli attentatori che agiscono da soli, come Pennelli, sono erroneamente chiamati “lupi solitari”, cioè privi di legami con gruppi o movimenti. Ma Pennelli faceva parte di un circuito ideologico transnazionale che si alimenta mediante manifesti sanguinari e teorie del complotto razziste e antisemite: su tutte quella sulla presunta “sostituzione etnica” delle popolazioni “autoctone” (cioè bianche e cristiane) europee e statunitensi.

In questo senso, ha scritto il ricercatore Milo Comerford del centro studi britannico Institute for strategic dialogue, ci troviamo di fronte a un nuovo tipo di terrorismo di estrema destra, che si contraddistingue per la sua struttura “post-organizzativa” e orizzontale: non ci sono più leader e organizzazioni gerarchiche (com’è stato Ordine nuovo in Italia per esempio), ma tante piccole cellule e singoli individui che condividono un’ideologia, e frequentano gli stessi spazi online, tra cui Telegram e 4chan, il forum statunitense che ha dato origine alla cosiddetta alt-right.

È una forma di violenza politica che tocca anche l’Italia: il caso di Pennelli non è isolato.

Nel gennaio 2021 a Savona è stato arrestato Andrea Cavalleri, 22 anni, nell’ambito di un’operazione antiterrorismo. L’uomo faceva proselitismo online, idolatrava Breivik e Tarrant, s’ispirava a un altro movimento statunitense dell’estrema destra accelerazionista, la Atomwaffen Division, e in una conversazione intercettata aveva detto: “Io la strage la faccio davvero, ho le armi, farò Traini 2.0”.

Nell’indagine che ha portato al suo arresto è stato coinvolto anche un ragazzo di 17 anni di Torino, che aveva pubblicato sul suo canale Telegram, Sole nero, un violentissimo manifesto di dodici pagine intitolato “Vento Bloccato: una chiamata alle armi”, in cui incitava i “camerati” ad “addestrarsi” per la “rivoluzione più devastante di tutti i tempi” perché “purtroppo si spargerà molto sangue.” Secondo il ragazzo, Cavalleri aveva contribuito alla stesura del documento “specie con riferimento al revisionismo storico antisemita” e con i consigli a compiere “azioni verso soggetti ebraici”.

Nel dicembre 2021 la procura di Roma ha chiesto e ottenuto l’arresto del fondatore dell’Unione forze identitarie, definita una “struttura sovversiva di ultima generazione, operativa sul web attraverso un’intensa opera di propaganda.” Anche in questo caso l’indottrinamento avveniva mediante “l’esaltazione delle azioni terroristiche,” tra cui ovviamente quella di Anders Behring Breivik e Luca Traini.

Ciò che emerge da questi casi, insomma, è la fusione tra il neofascismo italiano e il suprematismo bianco anglosassone

Un’inchiesta realizzata dai giornalisti Gabriele Cruciata e Arianna Poletti, confluita nel podcast Buco nero uscito per Storytel nel 2021, ha poi individuato un “covo virtuale” di neofascisti italiani ispirato – per così dire – alla Melevisione, un programma per bambini della Rai: ogni utente si firmava Lupo Lucio, mentre il moderatore (che si definiva un “prolifico nazifascista”) usava il nickname Melevisione.

In questo spazio virtuale c’erano tantissimi riferimenti ideologici, linguistici e simbolici all’estrema destra statunitense. In particolare, si citava molto il romanzo The Turner diaries (tradotto in Italia con il titolo La seconda guerra civile americana), pubblicato nel 1978 dall’ideologo nazista americano William Luther Pierce.

Il testo è considerato la bibbia del suprematismo bianco statunitense, nonché un vero e proprio manuale operativo per aspiranti terroristi. La seconda guerra civile americana ha infatti ispirato la creazione del gruppo terroristico The Order, che tra il 1983 e il 1984 ha commesso omicidi a sfondo razziale e rapine in vari stati del nordovest degli Stati Uniti, e soprattutto ha spinto Timothy McVeigh a commettere l’attentato a un edificio federale di Oklahoma City in cui hanno perso la vita 168 persone.

Nel luglio del 2021, infine, le forze dell’ordine hanno scoperto una piccola cellula neonazista chiamata Avanguardia rivoluzionaria, formata da quattro ragazzi di Milano, poi condannati nel febbraio del 2022 con pene fino a due anni di carcere.

Uno di loro aveva come nome in codice “Anders Breivik”, mentre i principali riferimenti ideologici del gruppo – ancora una volta – provenivano dagli Stati Uniti. In particolare, i militanti apprezzavano molto gli scritti di James Mason, un ex membro dell’American nazi party, che nel 1992 ha pubblicato il libro Siege. La sua tesi centrale è che la società debba essere destabilizzata con atti di violenza casuali e imprevedibili, per poi ristabilire l’ordine con l’instaurazione di un regime nazionalsocialista.

Ciò che emerge da questi casi, insomma, è la fusione tra il neofascismo italiano e il suprematismo bianco anglosassone. In un’intervista all’Adnkronos, il capo della polizia di prevenzione Eugenio Spina ha parlato di “gruppi che stanno muovendo i primi passi [in Italia] e sono in uno stato embrionale”.

Il problema è che si tratta di un fenomeno difficile da intercettare e affrontare, che agisce a livello locale ma si coordina a livello internazionale. A differenza del passato, il nuovo terrorismo di estrema destra è pienamente globalizzato: può colpire ovunque e in qualsiasi momento.

Nessun paese può dunque dirsi immune. Neppure l’Italia, anche se si preferisce far finta che non sia così.

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